La Fontana Silvana:
rivisitazione attraverso la lapide del Settecento
Lapide apposta sulla fonte
(1728) 
La lapide sopra riportata abbellisce un antico monumento ubicato nei pressi della cappella/ospizio votata al culto di Sant'Antonio: la Fontana Silvana. Edificata nel 1728 per l'interesse particolare del Sindaco Nicola Salamone 1, la fonte sorse nei pressi di un ruscello sgorgante direttamente dalle pendici del Monte Cervati. Un primo elemento che balza all'attenzione del lettore è, senza dubbio, il forte senso di ospitalità che contraddistinse i cittadini del borgo nei secoli trascorsi: nei pressi di un sentiero che, un tempo, metteva in comunicazione Monte San Giacomo con i restanti paesi della valle (in modo particolare Teggiano), si invitavano i 'pellegrini' a riposare e a dissetarsi nei pressi di una sorgente ammodernata e abbellita dal sindaco e dagli eletti dell'Università cittadina. Questo senso di generosità ritrova le sue radici nei secoli precedenti, allorquando, nell'antico casale di Diano, proliferavano ospizi e luoghi di ricovero annessi alle cappelle minori. Si è già visto come, nel secolo XVI, venisse eretta la confraternita del Rosario «che prima era sala del barone Mazzacane». L'edificio venne costruito per l'interesse precipuo dell' Universitas e sorse nei pressi di quel luogo in cui, pochi anni dopo, il dominus Terenzio Castella avrebbe fatto edificare la prima fontana cittadina.
Traduzione della lapide
A
Dio Ottimo e Massimo
Fermati o viandante, vieni a godere delle delizie della piacevole fonte.
I Decurioni di questa colonia, al fine di apportare agio e bellezza al
borgo nativo, dopo aver raccolto denaro pubblico e privato ornarono il
ruscello un tempo indecoroso con questa elegante forma, mediante l'incessante
e notevole premura del Dottor Nicola Salamone nell'anno del Signore 1728.
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1 Discendente del Sindaco Donato Salamone che nel secolo XVI, con gli eletti dell'Università e con il giurista Terenzio Castella, aveva fatto costruire la prima fontana del borgo.