LO STEMMA ARALDICO DEI BARONI MAZZACANE:
I SIGNORI DI SAN GIACOMO, LUSTRA E OMIGNANO
La storia di Monte San Giacomo, facendo le dovute distinzioni storiche
tra l'insediamento umano e quello istituzionale, ritrova i suoi albori
nel periodo rinascimentale. Ciò viene confermato, oltre che dai
diversi monumenti realizzati nel secolo XVI e presenti ancora oggi
in foro, dalle numerose testimonianze documentarie risalenti al secolo
della 'Rinascenza' e riportanti notizie concrete sull'affermazione dei
primi organi autonomistici (Universitates civium). La rinascita
urbana, a cui si assiste già a partire dai secoli XV e XVI, vede
il ritorno all'edilizia lapidea e comporta, quindi, la realizzazione di
nuovi edifici pubblici e privati. Costume diffuso dell'età tardo
medievale e rinascimentale è la celebrazione di eventi importanti
(la chiusura di un cantiere edile, l'edificazione di una chiesa o di un
palazzo signorile) mediante iscrizioni lapidarie su cui, il più
delle volte, vengono ricordati gli artigiani e gli eletti del popolo impegnatisi
per la realizzazione dell'opera monumentale. Iscrizioni compaiono sui
portali delle chiese, nei cortili degli antichi palazzi 'cittadini' oppure
sugli stemmi araldici posti al vertice dei portali delle case baronali;
ciò che va considerato è l'importanza che tali reperti storici
assumono nel nuovo ambiente 'urbano', in quanto veicoli di celebrazione
dei governi locali o, spesso, dei diversi lignaggi signorili presenti
nel borgo. A far luce ulteriormente sul periodo in questione e a confermare
la tesi dello sviluppo urbano di Santo Jacopo nel secolo XVI è
uno stemma araldico, con relativa iscrizione, rinvenuto qualche anno fa
in una caratteristica zona del centro storico. La lapide, rimasta nascosta
tra le colate di cemento, mediante un attento lavoro di pulitura è
venuta alla luce intatta e riporta un disegno caratteristico dell'età
in cui venne prodotta: una grande mano con pugnale, segnacolo indiscutibile
di potenza sociale, conficcato nella bocca di un leone o, più probabilmente,
di un cane, mentre fanno da cornice nastri pendenti e intrecciati.
In un primo momento si è pensato ad uno dei tanti stemmi risalenti
al secolo XIX, finché non è comparsa la datazione risalente
all'anno 1547, ovvero al periodo in cui i primi organi autonomistici,
previo il lavoro delle famiglie insediate in loco, cominciarono
ad avere una certa ingerenza sull'amministrazione del lavoro e del denaro
pubblico. Nasceva, in effetti, il 'Comune', meglio conosciuto come Universitas
civium. Un'iscrizione, indizio ulteriore del prestigio culturale e
del potere della famiglia committente, i Mazzacane, riporta:
AUD. F. AIVV. ovvero 'La fortuna aiuta gli audaci'. Una frase storica,
dunque, per ricordare nei secoli la stirpe cinquecentesca; un'espressione
classica che, nel periodo in cui vanno acquistando maggior prestigio sociale
le autonomie cittadine, assurge a segnacolo di forza e potenza sociale
di una famiglia del tempo. Non può passare inosservata, quindi,
l'importanza che, nel nuovo ambiente 'cittadino', assumono tali iscrizioni,
difficilmente rinvenibili su portali e stemmi dei secoli più recenti.
Lo studio araldico e l'analisi attenta delle diverse lapidi presenti ancora
oggi a M.S.Giacomo inducono a considerare l'importanza che, una volta,
tali frasi assumevano, in quanto veicoli di celebrazione di interi nuclei
familiari, dei governi locali, del baronaggio o, perché no, dei
singoli. A confermare ciò soccorre l'altra iscrizione (andata perduta,
ma restituitaci dalla documentazione), anch'essa dal contenuto politico
evidente, scolpita sul portale del palazzo dei Castella: Frustra sunt
arma foris, ubi est consilium domi (Inutili sono le armi nelle piazze,
dove regna la saggezza in casa). Un altro motto che, come il precedente,
assurge a segnacolo indiscutibile del lento sviluppo socio-culturale della
San Giacomo rinascimentale.